Il mio tema! Pt.2 👊

Salve ragazzi, oggi volevo farvi leggere un altro mio tema scritto in classe. Con la nostra prof. di italiano abbiamo ideato un libro in cui ognuno di noi doveva creare un racconto da un poesia, riprendendo dalla stessa la trama e i personaggi. Io ho scelto la poesia "Un paio di scarpette rosse" di Joyce Lussu. Buona lettura! 
(Inoltre volevo dirvi che mi farebbe piacere anche leggere un vostro tema, me lo potete inviare sulla mia email: teppystella@gmail.com e quello che mi piacerà di più lo pubblicherò!)

Il gioco delle fiamme
Quel condominio ebreo era davvero particolare, per la maggior parte ci vivevano bambini. Erano tutti piccoli e nessuno superava i 4 anni. Era talmente strano che i bimbi come passatempo facevano una gara: “la gara delle scarpette” e vinceva chi aveva le scarpe più belle! La vincitrice era quasi sempre una bimbetta di nome Lou che ogni mattina prima di scendere in cortile puliva le sue scarpette fino a farle diventare lucidissime! Una mattina tranquilla arrivarono truppe di militari e i bambini ingenui appena li videro non si spaventarono né si nascosero. Le  truppe si avvicinarono e chiesero ai bimbi con “finta dolcezza” dove si trovavano i loro genitori e loro ingenuamente risposero. Così i militari salirono e subito riscesero con i genitori di tutti quei bambini in manette. I bambini non ci fecero caso e continuarono a giocare. Dopo un breve lasso di tempo i militari tornarono, si avvicinarono ai bimbi e gli dissero:” Bimbi che ne dite di venire con noi a giocare a nascondino? Saliamo in macchina e andiamo a cercare i vostri genitori che si sono nascosti” e i bambini accettarono. Li portarono a Buckenwald, un campo di concentramento, ma ovviamente i bambini non lo sapevano. Vennero divisi in maschi e femmine e Lou si mise stretta stretta a Agnes, la sua migliore amica. Passarono ben 2 giorni, i bambini avevano fame, sete e iniziavano a sentire la mancanza dei genitori e così Lou che era la più sfacciata andò dal militare che era di guardia e gli chiese:” Mi scusi ma quando iniziamo a cercare i nostri genitori?” e il militare rispose:” I vostri genitori si sono nascosti troppo bene, perciò da domani inizieremo un nuovo gioco!”, ma Lou decisa ribattè:” Ma io sono bravissima a giocare a nascondino, trovo sempre i miei amichetti” ma il militare alzò la voce e disse:” Basta, nessuno troverà nessuno, da domani faremo un nuovo gioco, vi divertirete e non penserete più ai vostri genitori” e così Lou intimidita ritornò da Agnes. Arrivò la mattina dopo e i militari portarono i bambini ai forni e gli spiegarono il loro destino sottoforma di gioco. Così iniziarono a parlare:” Allora, il gioco consiste nel far andare un bimbo a piacere, uno al giorno e lo faremo entrare in questo forno. Queste fiamme sono finte, fanno il solletico, così vince chi riesce a starci più tempo. Avete capito tutti?”. Tutti annuirono e il tragico gioco iniziò. Iniziò un bambino con occhi verdi e capelli scuri di nome Sebastian che prima di entrare disse:” Posso togliermi le scarpe? Altrimenti si rovinano” e il militare annuì. Era eccitato ad entrare in quel forno e così tutti i bambini iniziarono a ripetere in coro il suo nome e lui si tuffò nel forno. Dopo pochissimi secondi  iniziò a sentirsi un rumore simile ad un pianto di un bambino che aumentava sempre di più e così Lou chiese:” Scusi signor militare ma questo rumore che cos’è? Non è Sebastian che piange?” e il militare senza scomporsi rispose:” Ma no, sta solo ridendo fino alle lacrime, a voi non è mai capitato?” e i bambini scossero la testa e così il militare riprese:” Beh a me è successo e vi assicuro che è divertentissimo. Anche io da piccolo ho fatto questo gioco ed è stato il momento più divertente della mia vita.” Così lasciarono i forni, ma il giorno dopo ci ritornarono puntuali alla stessa ora. E stavolta toccò ad Agnes. Lou preoccupata per Agnes chiese al militare:” Scusi ma che fine ha fatto Sebastien?” e il militare rispose:” E’ riuscito a stare tutta la notte, quindi ha vinto e lo abbiamo riportato dai suoi genitori”, ma mentre lo diceva non era convinto e così Lou ribattè: “ Ma io prima ho visto i suoi genitori che portavano dei grossi massi, ma lui non c’era.” Il militare non sapendo cosa rispondere zittì Lou e fece entrare Agnes nel forno. Passarono i giorni, i bambini diminuivano e Lou tutte le sere iniziava a piangere perché non vedeva la sua amica ritornare, così pensò:”Se entro nel forno e ci sto tanto tempo, vinco, torno dai miei genitori e rivedo Agnes, forse il militare diceva la verità su Sebastien!” Così il giorno dopo Lou chiese al militare:” Voglio entrare nel forno, vincere e rivedere Agnes e i miei genitori, forse tu l’altro giorno dicevi la verità!” E il militare senza esitare aprì la porticina e la fece entrare nel forno. I giorni passarono e Lou non tornò mai dai suoi compagni, l’unica traccia che aveva lasciato di sé erano le sue scarpette rosse che erano rimaste sopra quella pila di scarpette infantili, numero ventiquattro per l’eternità, perché i piedini dei bambini morti non crescono.

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